lunedì 15 aprile 2013

Songkran 2013 a Bangkok. Molta acqua, poco alcool

Nei paesi buddhisti il capodanno si celebra ad aprile. É il cosiddetto songkran, in cui flotte di teen ager e ventenni si riversano per le strade armati di mitragliatrici ad acqua e sparano a chiunque capiti a tiro (si tende ad evitare di colpire gli anziani, chi sta lavorando e le immagini del re, per cui credo sia prevista la pena di morte!). L'anno scorso mi trovavo a Ko Tao ed il songkran coinvolgeva soprattutto turisti, ben lieti di cogliere l'alibi, come se servisse, per una sbronza diurna e per una baldoria rinfrescante sotto il sole cocente del mese più caldo. Quest'anno, a Bangkok, ho girato un po' per Khao San Road e Patpong. Quest'ultimo quartiere, grazie al passaggio pedonale dello skytrain, offre una visuale privilegiata della battaglia.

Il songkran è un'antica tradizione: ci si bagna per purificarsi e e per scacciare la cattiva sorte e con l'avvento del consumismo non poteva che degenerare in una guerra a suon di pistole d'acqua. Il giro d'affari è consistente e le strade sono brulicanti di venditori di armi acquatiche, palline di farina (con cui vicendevolmente ci si imbratta la faccia), acqua per ricaricare il proprio arsenale e bustine di plastica per salvaguardare il telefonino e tenere al riparo i soldi, fondamentali per comprare i prodotti precedentemente citati. Ogni anno qualcuno ci lascia le penne. Nel 2012 furono in 144. La causa più comune di incidente mortale? Stai andando in motorino, qualcuno ti butta una secchiata d'acqua, perdi il controllo e ti vai a schiantare. Nulla di così grave quando si crede nella reincarnazione. In fondo noi si muore perché si guida da sballati.

A differenza di quel che accade in Europa, nel capodanno thai non circolano ettolitri di alcool e quintali di droghe. La gente si diverte quasi senza alcun ausilio psicotropo. Difficile immaginarlo per noi, per cui l'alcool – anche a livello simbolico - santifica la festa ed il ritrovarsi tra amici. Da tempo mi domando come l'alcool sia diventato l'epicentro delle nostre vite, diciamo soprattutto in età di songkran. Inutile negarlo, spesso fare qualcosa assieme significa bere qualcosa insieme, seduti attorno ad un tavolo, consumare alcoolici, ubriacarsi.

Secondo alcuni studi di evoluzionisti che non cito perché non trovo (potrei anche essermeli inventati), il futuro ci potrebbe riservare una sorpresa: l'alcol-deidrogenasi, l'enzima che ha il compito di demolire le molecole di alcol etilico si estinguerà dai nostri fegati, più o meno come è accaduto a giapponesi, nativi americani e agli inuit. Basterà un goccetto di grappa per accusare vampate di calore, tachicardia, ipotensione, cefalea, convulsioni e difficoltà respiratorie. Allora dovremo rovesciare completamente la prospettiva, l'elemento base della nostra coesione sociale, il liquido che santifica le feste dovrà essere abbandonato e assumeremo più droghe per via endovenosa, ci impasticcheremo e fumeremo più di quanto già facciamo!












                                                    Songkran a Patpong
 
                                                    Un thai "sobrio"



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