pubblicato su Giornalettismo
Hong Kong, ex colonia britannica ora tornata alla Cina, città di sette milioni di abitanti compressi in poco più di mille chilometri quadrati, è luogo affascinante, luccicante e ricco di contraddizioni. Efficientissima e piena di centri per lo shopping, una capitale del futuro con i piedi ben piantati nel presente.
Hong Kong colpisce da subito per
l’efficienza e la capillarità del sistema dei trasporti. Una volta
atterrati nello spettacolare aeroporto internazionale, un’enorme
piattaforma protesa sul mare, si è immediatamente proiettati su trenino
iper-veloce che conduce sulla terraferma. Un primo contatto con
l’efficienza lussuosa che caratterizza molti aspetti della metropoli
asiatica.
L’ex colonia inglese è così
opulenta che gli spacciatori per le strade affibbiano Rolex (falsi, ma
praticamente perfetti). E non è una copertura per la droga, ne ho
seguito uno e questi ha aperto una 24 ore. Dentro c’erano orologi.
Qualunque cosa vuoi fare ad HK devi transitare da un centro commerciale.
Per andare in bagno, in banca o dall’avvocato, prendere la nave per
Macao o recarti in un tempio per incontrare un losco personaggio delle
Triadi… tutto è un grande shopping mall. Puoi andare da una parte
all’altra della città, nei sotterranei e nei passaggi sopraelevati,
senza uscire dai negozi. Spesso non si può attraversare la strada, è
vietato. Si è costretti a prendere il sottopassaggio. E sotto
naturalmente si troveranno chilometri di negozi.
È il primo assaggio della
Cina, dove sei libero, ma nello stesso tempo costretto a seguire
determinati itinerari. Eppure HK non è Cina, qua la gente non sputa
selvaggiamente e non getta la spazzatura per la strada. Ad HK ho
assistito a sobrie manifestazioni di protesta: manifestanti educati in
giacca e cravatta sorvegliati da poliziotti Nerd. I manifestanti
suonavano ritmicamente un tamburo mentre e da un megafono poggiato per
terra arrivavano le ragioni della protesta. Tutte le manifestazioni si
svolgevano davanti a delle banche, anche se potrebbe essere solo un
caso, vista la capillarità del settore.
Il posto ideale per dormire è la
Chunking Mansions, il luogo più borderline di HK, con gli affittacamere
più a buon mercato di una città può essere economica o costosissima.
Nonostante questo, al primo piano dell’enorme palazzone, si trova un
centro commerciale. Zampe di gallina fritte, cellulari e net-book di
ultima generazione convivono in uno spazio multietnico e maleodorante,
con le celebri code di gente che attende di poter prendere l’ascensore.
HK è un alveare di umanità che brulica per le strade e nei
sottopassaggi, caotica ma nello stesso tempo ordinata e pulita. I pochi
che fumano lo fanno di fianco agli appositi cestini-posacenere. Per le
strade si vedono quasi solo autobus e taxi, ma muoversi in autobus è una
sfida per lo straniero che non conosce una sola parola di cinese,
specialmente se decide di salire sui mini-pullman col tetto rosso, ad
itinerario variabile. In teoria funzionano come dei taxi, ma senza
parlare cinese spostarsi è un’impresa titanica. Imperdibili poi le scale
mobili più lunghe del mondo, al Central. Sono progettate per i
pendolari; la mattina scendono, mentre la sera salgono sull’erto colle,
affiancate da locali per Occidentali.
Un esempio del
shopping-izzazione della vita ad HK si trova nell’itinerario più
turistico. Victoria Peak, il picco che domina tutta la baia, il luogo
più suggestivo, insieme al grattacielo della Bank of China, per vedere
l’imponente massa di grattacieli. Sulle pendici del colle, alto poco più
di 500 metri, su cui si sale con uno storico tram, vivono i ricchi; si
scorgono decine ville con piscina. In cima al Picco c’è la stessa
costruzione presente sulle banconote da venti dollari. Cos’è diventata?
Elementare, un centro commerciale!Se non si è troppo carichi di pacchi
la sera, se è il giorno giusto, cioè mercoledì, si potrebbe
trascorrerla all’ippodromo Happy Valley, il luogo di ritrovo degli
expats inglesi, pieno di ragazze tirate e carine. Poi, dopo essersi
caricati di birra (qua va soprattutto in caraffe) si può prendere il
celebre tram a due piani e scendere in Wan Chai, il quartiere a luci
rosse, per assistere ad uno spogliarello ad usum turista e naturalmente…
farsi spennare.
Nessun commento:
Posta un commento